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Colori

A chi stanno bene i capelli rossi? L’identikit

Capelli rossi, sinonimo di fascino e seduzione, ma anche di carattere e coraggio. Quante di voi desiderano tingersi i capelli di rosso e dare una sterzata definitiva al proprio look? Ecco qualche consiglio, ma non solo. Oggi vi raccontiamo i capelli rossi anche e soprattutto attraverso l’identikit di una donna forte ma estremamente complessa, lei si chiama Barbara ed è la protagonista di un romanzo. Scopriamo di più.

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Capelli rossi: a chi stanno bene?

Iniziamo da una premessa fondamentale: nulla impedisce a nessuna donna di sfoggiare i capelli rossi, ma per scegliere la tonalità giusta è certamente fondamentale conoscere il sottotono della propria pelle. Ma cos’è il sottotono della pelle? Immaginiamo che la pelle sia composta da due strati, il sottotono è il colore che sta “sotto” la nostra carnagione e può essere caldo o freddo. Il colore del sottotono dipende dal carotene, dalla melanina e dall’emoglobina, dunque è una caratteristica scientifica.

Facciamo un esempio pratico e osserviamo una donna famosa dai capelli rossi naturali: l’attrice Julienne Moore. La Moore è la prova perfetta che i capelli rossi siano maggiormente in armonia con un sottotono di pelle caldo. Avrete notato, infatti, che chi ha questo colore di capelli spesso presenta una pelle chiara, ma comunque leggermente dorata e caratterizzata da lentiggini. Le labbra solitamente sono color pesca, le vene del polso hanno una tonalità che va sul verde (tipica caratteristica del sottotono caldo). Gli occhi, infine, sono chiari (azzurri o verdi) oppure color nocciola o topazio.

L'attrice Julienne Moore
L’attrice Julienne Moore / ANSA @FrançOis Maquaire

Capelli rossi: credenze e opinioni

I capelli rossi, da sempre, hanno esercitato grande fascino, ma sono stati spesso al centro di opinioni contrastanti: sin dall’antichità, infatti, c’era chi pensava che fossero un simbolo di aggressività, se non addirittura di cattiveria; qualcuno, inoltre, li ha associati a elementi di stregoneria. Gli antichi egizi, ad esempio, ritenevano che i capelli rossi fossero sinonimo di un carattere aggressivo, crudele, ingestibile. Questa credenza, nel tempo, non è affatto scemata, basti pensare che nel Medioevo le donne con i capelli rossi erano ritenute delle streghe. Per lungo tempo, quindi, le persone con questa nuance di capelli erano considerate seduttrici ed amorali, simbolo quindi di degenerazione morale.

Per arrivare a un cambio di rotta, si è dovuto attendere il Rinascimento, periodo durante il quale molti artisti hanno dipinto quadri che immortalavano donne dai capelli rossi. Uno di questi è Tiziano, tant’è che oggi si parla di “rosso Tiziano” per definire il colore che utilizzava per dipingere le chiome delle donne dei suoi dipinti.

La dama allo specchio di Tiziano
La dama allo specchio di Tiziano

Oggi i capelli rossi sono considerati una caratteristica che dona fascino e magnetismo, ma pensate che soltanto l’1% delle donne al mondo è rossa naturale e la maggior parte è inglese e irlandese. Tuttavia, moltissime sono coloro che scelgono di diventare rosse, spesso dicendo di sentirsi “rossa dentro”, proprio perché il colore di cui vi stiamo parlando è sinonimo di forza, caparbietà e di un carattere molto volitivo.

Barbara, la protagonista di Esistiamo per non perderci

È il caso di Barbara, protagonista del nuovo romanzo di Basilio Petruzza, Esistiamo per non perderci. Barbara ha i capelli rossi, ha scelto lei di tingersi la chioma e l’ha deciso a seguito di un evento molto importante e determinante. E la sua “nuova” chioma, di fatto, ben racconta il suo carattere: è una ragazza decisa, sicura di sé, con una personalità definita e riconoscibile. Nonostante la sua giovane età, si tratta di una donna che sa esattamente cosa vuole e da cosa fugge.

Emblematico è il momento in cui Barbara sceglie di optare per i capelli rossi: avviene quando ha quattordici anni, a seguito di un addio straziante, di cui sa di essere vittima e carnefice. Un fatto che segna la sua vita, la cambia e la trasforma in un’eterna rivalsa. Ma, si sa, le rivalse spesso ci portano a cercare una rivincita in ogni circostanza e in ogni persona, così la protagonista di Esistiamo per non perderci si ritrova, suo malgrado, a collezionare sbagli, fughe e dolori che la allontanano dalla sua verità più profonda. Tutto ciò finché non prende una decisione importante.

I suoi capelli rossi, dunque, si rivelano un nascondiglio, una maschera per non dire a sé stessa le proprie paure e i propri punti deboli.

Copertina di Esistiamo per non perderci di Basilio Petruzza
Copertina di Esistiamo per non perderci di Basilio Petruzza / opera di Marco Napoli

Esistiamo per non perderci di Basilio Petruzza

Ma di cosa parla Esistiamo per non perderci? (Clicca qui per leggere gratuitamente il primo capitolo)

La trama:

Esistiamo per non perderci è la storia di Marcello e Barbara, due ragazzi che si incontrano per caso, si riconoscono l’uno nella rabbia dell’altra e insieme fanno i conti con le loro famiglie terremotate, con le presenze assenti che hanno sopportato e le parole che non hanno mai saputo dire prima. Poi, affrontando una scelta che li accompagnerà alla fine e all’inizio della loro storia, cambieranno il loro destino. Barbara morirà pochi istanti prima di dare al mondo sua figlia, a Marcello resterà il compito di accoglierla e insegnarle a non recriminare.

Esistiamo per non perderci racconta una storia d’amore che nulla ha a che fare con la carne, il sangue che pulsa e il possesso. È una storia d’amore che va oltre la vita stessa. Sono due destini che diventano uno solo e scavalcano persino la morte. «Io ho bisogno di sapere che la vita non può scegliere per noi», dice Marcello, prima di imparare a proprie spese che la vita può quasi tutto, ma non può nulla contro chi impara a esistere a prescindere dalla vita stessa.

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