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Parrucchieri in rivolta: «Senza aiuti dal Governo i guadagni sono dimezzati»

La categoria dei parrucchieri e dei centri estetici, come quella dei piccoli artigiani, è stata fra le più colpite da questa pandemia. È vero, la salute viene prima di tutto, ma anche la ripresa ha la sua bella fetta di importanza. A distanza di diversi mesi dalla riapertura delle attività, alcuni lamentano ancora una certa negligenza da parte del Governo: in particolare la mancanza di aiuti promessi e mai mantenuti.

Leggi anche: Parrucchieri presi d’assalto per paura di altre chiusure a causa del Covid19

Parrucchieri contro il Governo

Purtroppo gli strascichi del primo lockdown e lo spettro di un ipotetico secondo si fanno sentire; chi ha un’attività oggi non si sente sicuro e ha paura per il suo futuro. Domenico Buonconsiglio – un parrucchiere di Lamezia Terme – ha le idee chiare e questo è ciò che dichiara:

Se dovessimo andare incontro ad un nuovo lockdown, se ci costringessero a chiudere e il governo ci rassicurasse parlando di misure di sostegno, non ci crederemmo più.

E ancora:

Per noi nessun aiuto. Secondo quanto ci era stato detto, avremmo dovuto avere aiuti nel sostenere il costo degli affitti dei locali, che abbiamo dovuto pagare anche a serranda abbassata. Ci sarebbero dovuti arrivare contributi governativi che si sono, invece, fermati ai mesi di marzo e aprile. Avremmo dovuto avere un sostegno per le spese come le sanificazioni, igienizzazioni, prodotti monouso ma al momento è tutto fermo.

E i clienti?

Nonostante dalla riapertura moltissimi clienti abbiano ripreso a frequentare i propri saloni di fiducia con regolarità, le cose non accennano a migliorare. Fra la clientela abituale, infatti, ne esiste una buona percentuale che a causa dei mancati guadagni o addirittura della perdita di lavoro non può permettersi più i trattamenti che era solita fare nei centri di bellezza. Inoltre, come se questo non bastasse, gli ingressi nei saloni sono contingentati per garantire sicurezza e distanze e questo non fa altro che dimezzare le entrate. Se prima della pandemia, ogni giorno, decine e decine di persone si alternavano sulle poltrone dei parrucchieri, oggi si parla di pochi clienti per tutta la giornata.

L’appello dei parrucchieri

Calate le entrate, c’è anche da aggiungere una spesa aggiuntiva per i titolari delle attività. Quella di materiale monouso da garantire a ogni cliente e igienizzanti da usare prima e dopo ogni prestazione effettuata nel salone. Tre mesi di chiusura e tasse continue pesano per chiunque; per questo motivo i parrucchieri hanno deciso di lanciare un appello al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte:

Presidente apra gli occhi e guardi alle piccole attività. Stiamo rispettando tutte le regole che ci sono state richieste ma se si dovesse riandare verso la chiusura, come pensa sia possibile gestire un’attività con seicento euro?

Il Premier risponderà alle necessità di questa categoria?

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