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Parrucchieri in rivolta: «Il 4 maggio apriremo lo stesso»

Continua il malcontento di estetisti e parrucchieri davanti al nuovo decreto di Giuseppe Conte: il Premier ha stabilito che i saloni e centri estetici riapriranno probabilmente il primo giugno. Data incerta che potrà essere stabilita con maggiore fermezza solo quando si vedrà progredire positivamente la situazione delicata che stiamo vivendo.

Ad aver preso male questa notizia sono tantissimi professionisti del settore che hanno visto sfumare, dopo due mesi di lockdown, le loro speranze di riapertura. Qualcuno però ha deciso di ribellarsi e dopo proteste virtuali, video e lettere aperte al Presidente Conte, qualcuno ha deciso di agire in modo decisamente più sovversivo: aprendo il salone il 4 maggio.

Parrucchieri in rivolta

Sono tanti a minacciare una riapertura straordinaria e contro le regole il 4 maggio, data ufficiale degli allentamenti della quarantena. Gianni Torraco – di Borgomanero – dichiara: «Acconciatori ed estetisti da oltre trent’anni adottano regole ferree sull’igiene rispettano tutte le norme sanitarie previste dalla legge: ciò vuol dire l’uso regolare di guanti monouso, sterilizzatori e disinfettanti. Siamo abituati a ricevere controlli accurati, per questo motivo i nostri esercizi sono puliti come nessun altro.»

A unirsi a questa voce c’è anche Francesco Ficara – di Novara – l’uomo afferma che la possibilità che tanti suoi colleghi non riaprano è altissima e si teme per quando si potrà finalmente ricominciare a lavorare. «Oltre alle rigide restrizioni» dice Ficara «Non sappiamo altro: il Presidente Conte è completamente disinteressato nel dirci quali saranno poi le norme da attuare una volta riaperto il negozio. E questo è semplicemente inammissibile.»

Lo slittamento fino a giugno preoccupa i professionisti che inevitabilmente saranno rimpiazzati da chi – ormai al limite – andrà di casa in casa per offrire i propri trattamenti a domicilio. Questo comporterebbe – oltre che un’ulteriore crisi interna del settore – anche la possibilità che non vengano adeguatamente rispettate le norme igienico-sanitarie.

Ecco perché c’è quindi chi paventa una riapertura “fuorilegge” sfidando le salate multe suggerite dal Governo. Siamo certi, per altro, che qualora qualcuno alzasse la sua saracinesca il prossimo lunedì, molti cittadini sarebbero pronti a sedersi sulle comode poltrone dei saloni, non tanto per un nuovo taglio, quanto per un estremo atto di solidarietà.

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